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Ipnosi Dinamica - Ipnosi Regressiva - CNV-SNL-PNL

Adattamento al conflitto cognitivo in bambini in età pre-scolare

ANTONIO REGA

La capacità di adattarci alle mutevoli condizioni ambientali e di poter dirigere il comportamento secondo le nostre intenzioni è da sempre oggetto di interesse delle numerose discipline che si occupano dell’uomo e dei suoi molteplici aspetti.
Nell’ambito della ricerca in psicologia analogica, studi clinici e funzionali hanno saputo localizzare nella corteccia frontale la sede principale delle elaborazioni necessarie a queste importanti abilità umane. Gli studi psico-cognitivi hanno definito queste competenze capacità di controllo cognitivo o funzioni esecutive del sistema attentivo. Ma è nell’ambito dei modelli teorici sul processamento dell’informazione  che troviamo le più interessanti e sofisticate spiegazioni dei meccanismi che li riguardano. Nel presente studio cercheremo di attingere dalle diverse discipline scientifiche, le conoscenze che ci consentono di affrontare l’argomento di questo lavoro: l’adattamento al conflitto cognitivo in età pre-scolare.  Dopo aver introdotto brevemente la corteccia frontale e il suo sviluppo ci concentreremo sulla funzione esecutiva e sui meccanismi che la riguardano. In particolare descriveremo i fenomeni del monitoraggio delle prestazione, la detenzione dell’errore e l’allocazione delle risorse cognitive.
Esse si riferiscono alla continua osservazione del livello di adeguatezza dell’esecuzione (monitoraggio della prestazione), alla rilevazione di possibili errori a seguito di un processamento inidoneo (detezione dell’errore) e alla scelta di come e quanta attenzione dedicare all’evento (allocazione delle risorse attentive).  L’attivazione di ciascuna delle sub-modalità descritte ha inizio, secondo le teorie più accreditate, in seguito ad un unico fenomeno: il monitoraggio del conflitto cognitivo, ossia la capacità di segnalare la presenza della competizione fra due informazioni processate.  Il conflitto cognitivo infatti, rileva l’impossibilità di proseguire un processamento a causa dell’attivazione di due informazioni in contrasto fra loro; tale competizione può avvenire o nel contesto del processamento dei contenuti per la scelta della risposta, o nel confronto fra la risposta emessa e quella desiderata.  L’esistenza di un meccanismo che indichi il livello conflittuale della situazione può essere utile per determinare la scelta strategica di processamento della prova successiva. E’ quello che si cerca di stabilire con le ricerche sull’adattamento al conflitto cognitivo.
Nella seconda parte del presente lavoro, ci serviremo dei numerosi paradigmi sperimentali, utilizzati nell’ambito della psicologia dello sviluppo cognitivo per descrivere le tappe fondamentali dell’evoluzione delle competenze di autocontrollo.  Infine, verrà descritta la ricerca sperimentale, da noi eseguita, su bambini in età pre-scolare. Con questo lavoro abbiamo implementato uno studio trasversale sulla fascia d’età compresa fra i 50 e 70 mesi, per valutare: 1) se vi fossero differenze apprezzabili nella capacità di inibire l’informazione irrilevante; 2) se il processamento di precedenti stimoli conflittuali creasse una interferenza nell’analisi di quelli successivi (adattamento al conflitto cognitivo).  Il paradigma da noi utilizzato, un versione modificata di un noto compito di conflitto spaziale (compito di Simon), ci ha consentito tutto questo.  Proponendo a 38 bambini, stimoli di diverso livello conflittuale, attraverso l’ausilio di un computer portatile, abbiamo studiato l’effetto Simon previsto dal paradigma, riflesso in tempi di risposta più elevati per stimoli ad alto livello conflittuale.  Per studiare l’adattamento al conflitto è stata programmata una specifica sequenza di presentazione degli stimoli, inedita per questo paradigma sperimentale: la comparsa ravvicinata di coppie di stimoli in successione fra loro, permettendoci così l’analisi dell’influenza che il primo stimolo della coppia ha esercitato sul secondo, nelle diverse condizioni sperimentali.

Lo studio ha portato alla luce interessanti risultati che confermano l’enorme plasticità cognitiva dell’età pre-scolare, e le rapide trasformazioni a cui vanno incontro per il completo sviluppo delle facoltà mentali.

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