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Ipnosi Dinamica - Ipnosi Regressiva - CNV-SNL-PNL

L’agorafobia

ANTONIO REGA

Paura della libertà e di sé stessi

L’agorafobia spesso viene definita come la paura degli spazi aperti, quali (piazze, strade larghe ect…).L‘agorafobia è la fobia, morbosa di trovarsi in posti o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi.Da studi fatti “l’agorafobia non è solo la fobia degli spazi aperti”, ma è sopra tutto paura della libertà, paura di se stessi.Si tratta dunque di aver paura dei posti e delle situazioni nei quali può non essere disponibile aiuto in caso di improvviso svilupparsi di uno o più sintomi che potrebbero essere inabilitanti od estremamente imbarazzanti, e più in generale va vista nell’ ambito di un quadro di un disagio che chi ne è colpito avverte verso sé stesso, tipico dell’ansia. Di solito la persona ha paura di avere un attacco paucisintomatico, ossia, di sviluppare un unico o un piccolo numero di sintomi, come iniziare ad avere vertigini o a cadere, depersonalizzazione o derealizzazione, incontinenza urinaria o intestinale, vomito, o avere un malessere cardiaco. In qualche caso, questi sintomi si sono manifestati in passato e la persona può essere preoccupata dal timore del loro ritorno. In altri casi, la persona non ha mai fatto esperienza del sintomo (o sintomi), ma comunque teme che il sintomo “possa” presentarsi. In un piccolo numero di casi la persona ha paura di sentirsi in qualche modo incapace, ma non riesce a specificare di quali sintomi ha paura. Ci può essere agorafobia anche viaggiando in treno, andando a fare la spesa al supermercato, mentre si è sul posto di lavoro. L’agorafobia si caratterizza, dunque, per la presenza di svariate fobie relative alla vita quotidiana fuori casa, come ad esempio la guida in autostrada, i viaggi in aereo, i luoghi elevati o affollati, gli ascensori, il fare la fila. La casa è spesso vissuta come l’unico luogo protetto e sicuro.La gravità della malattia può essere tale da portare ad una vera e propria inabilità, con l’individuo che rimane intrappolato in casa, ed una pervasività tale delle fobie nella sua vita da compromettere la socializzazione. Come risultato di questa paura il soggetto è portato o a ridurre gli spostamenti, o ad aver bisogno di un compagno quando si trova fuori casa, oppure a sopportare situazioni agorafobiche, nonostante l’intensa ansia. La claustrofobia, al contrario, è la paura del chiuso, mentre l’ereutofobia è il timore di arrossire, la rupofobia è il timore dello sporco, e la fobobia è la paura della paura, che, nel quadro di clinico di chi è colpito da attacchi di panico porta all’evitamento sistematico di luoghi e situazioni in cui si pensa e si teme di essere di nuovo colpiti proprio da un attacco di panico. Anche l’agorafobia può rientrare in un quadro clinico legato agli attacchi di panico, manifestandosi come la paura di allontanarsi da luoghi ritenuti sicuri e la paura di esporsi a luoghi sentiti come a rischio di un nuovo attacco. L’agorafobia, in sostanza, rientra in un disturbo più complesso e plurisintomatico che ha a che fare con l’ansia. L’ansia è interna e priva di contenuto. È quindi molto più difficile riconoscerla, spiegarla, controllarla. La manifestazione più acuta e sconvolgente dell’ansia è proprio l’attacco di panico che si presenta in maniera improvvisa, apparentemente immotivata e che consiste in un insieme di sintomi, psichici ma anche fisici, che danno alla persona che ne è colpita la netta e spaventosa sensazione di stare per morire.

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