Ascolto attivo ed empatia nella relazione educativa
Nella vita scolastica quotidiana vengono richieste ai docenti oltre che un’accurata preparazione disciplinare ed una conoscenza puntuale delle più recenti metodologie didattiche, anche delle competenze comunicative che diventano la prerogativa indispensabile per la creazione di una buona interazione.
Affinché realmente si crei una sintonizzazione affettiva, il docente deve utilizzare la tecnica dell’ascolto attivo: cioè essere sempre pronto a ricevere i segnali trasmessi, a volte in modo confuso, dagli allievi. Per ascolto si intende la disponibilità per ciò che viene detto e fatto al fine di trasmettere agli alunni la convinzione del loro valore in quanto soggetti, le risposte alle loro domande e la decodificazione dei contenuti latenti nei messaggi. Il ruolo dell’insegnante è quello di interpretare comportamenti, reazioni e improvvisi cambiamenti di umore e quello di aiutare il discente a prendere coscienza di quello che gli sta avvenendo, mettendolo in condizione di riflettere, capire e parlare. La capacità di ascolto attivo offre la possibilità di osservare in modo approfondito e costituisce un’efficace modalità di sostegno affettivo, per cui rappresenta di per sé un valido agente terapeutico. Perché l’ascolto sia veramente attivo, deve configurarsi come realmente empatico. Per empatia si intende “la capacità di comprendere il modo di essere-nel-mondo di un altro dal di dentro, riuscendo ad immedesimarsi nella sua condizione e a penetrare la sua dimensione di interiorità”.
L’empatia è la capacità di intuire e leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l’interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato. Diventa così possibile comprendere atteggiamenti e comportamenti apparentemente assurdi, e rispondere soddisfacendo i bisogni specifici di un soggetto. Un ambiente educativo capace di agire in questo senso, integra e sostiene la struttura della persona in difficoltà e, allo stesso tempo, crea un clima di fiducia. Per Rogers la comprensione empatica ha una posizione centrale all’interno della relazione educativa che significa innanzitutto “difendere e incrementare il potenziale di umanità dell’alunno”.
Nell’ambito del rapporto didattico, sintonizzazione affettiva significa porre l’accento sul fatto che non tutti gli allievi hanno le stesse esigenze, i medesimi bisogni e tempi di apprendimento. Un insegnante dovrebbe avere un occhio di riguardo per gli allievi più emotivi o con difficoltà di apprendimento, e dovrebbe tenere conto del fatto che la maggior parte degli studenti non potrà soddisfare gli standard di rendimento raggiunti da alcuni di loro particolarmente dotati. La sensibilità nei confronti specifici di ogni singolo alunno richiede la capacità di riconoscere, anche a se stessi, il cambiamento di interessi e di esigenze dell’allievo, in rapporto ai diversi momenti e ai passaggi del suo sviluppo. La disponibilità empatica implica rifiutare, da parte dell’insegnante, di leggere il mondo in modo egocentrico e di porsi in una condizione di apertura e disponibilità a mettersi in discussione, di introspezione e di autotrasformazione. La dimensione affettiva dell’insegnante non è semplice comunicazione e trasmissione di contenuti e nozioni, ma significa comprendere l’alunno grazie all’empatia, cioè alla capacità di provare i sentimenti dell’altro attraverso l’autoanalisi e la ricerca nella propria esperienza di qualcosa di analogo.
Con l’uso e la conoscenza della CNV (comunicazione non verbale) si può interagire sull’alunno senza che esso possa comprendere o capire gli interventi strategici dell’insegnante.