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Ipnosi Dinamica - Ipnosi Regressiva - CNV-SNL-PNL

Desiderio, Sentimento, Godimento

ANTONIO REGA

Per potersi pienamente manifestare il piacere ha bisogno di molte e tra queste non può passare sotto silenzio quella dai legami sentimentali e dalle legittimazioni formali. E’ stato osservato ed appurato che è possibile un certo sincronismo tra desiderio, sentimento e godimento ed è stato anche dimostrato che quando queste tre componenti sono simultaneamente presenti e “in fase”, ha luogo un’esperienza ottimale. Ma se si tratta di un grosso ma  nella vita quotidiana tale coincidenza si verifica solo ogni tanto e questo non costituirebbe un ostacolo insormontabile poiché siamo perfettamente in grado di sperimentare piacere e desiderio anche dal sentimento e persino viceversa.
Purtroppo una certa cultura etica fondata su premesse sessuofobiche condannò senza appelli la pratica del “libero amore” e decretò per legge morale che la sessualità dovesse essere ricondotta all’interno di precise istituzioni. Ma la spontaneità, la varietà e la lucidità delle simpatie sentimentali e sessuali non si assoggetta tanto facilmente a certi dettati morali ed ecco che un ricco panorama di disturbi psicofisici finisce per accompagnarsi all’esercizio di una delle facoltà più universali e naturali del vivente.

Anche in questo caso gli anatemi perbenisti si sono riversati su uomini e donne: ai primi fu concesso di “correre la cavallina” con onore e vanto e concludere con un matrimonio che non escludeva, o che tollerava l’adulterio; alle seconde si impose una stretta osservanza della castità prematrimoniale -la tanto ricercata “verginità”- e una rigorosa e indiscussa fedeltà coniugale. Ancora oggi e perfino tra i giovani il riflesso di questo secolare condizionamento culturale si fa sentire e si vedono maschi applauditi e stimati per le loro “collezioni” e femmine che per le stesse imprese vengono ancora definite “facili”, “poco di buono” o, addirittura, “puttane”.
Queste profonde differenze creano circa i tempi e i modi dell’approccio e del corteggiamento, del sentimento amoroso e del godimento sessuale: una ragazza troppo condizionata ad solo se e quando legittimato da un adeguato sentimento e da rapporti adeguatamente formalizzati, troverà assai difficile abbandonarsi al semplice e capriccioso desiderio; un ragazzo cresciuto in un ambiente “masochista” potrà non riuscire a unire sesso e tenderà ad avere solo rapporti platonici con chi ama e a godere solo con le persone che non ama: un bel problema! 

Il piacere vuole libertà, personalizzazione, allenamento.

La capacità di godere è una potenzialità naturalmente presente in ognuno, una facoltà spontanea la cui efficienza, però, è condizionata dal vissuto infantile e adolescenziale. Come è ben noto, se soprattutto da bambini siamo stati inibiti o colpevolizzati, spaventati o svergognati durante momenti cruciali della nostra ricerca ed esperienza del piacere in generale e di quello sessuale in particolare, una porzione, anche decisiva, di questa capacità può venirci a mancare e può diventare difficile recuperarla.
Il piacere ha infatti bisogno di libertà, non sopporta di essere incanalato, disciplinato e mortificato poiché in tal caso perde la sua essenza di gioco e di creazione.
Da un altro punto di vista il piacere è invece un’attività molto seria e che chiama in causa, all’unisono, mente e corpo, psichico e fisico. E’ ozioso cercare di stabilire un primato o una gerarchia tra queste due componenti: esse sono tali più per una carenza discorsiva e concettuale che caratterizza il nostro linguaggio e la nostra cognitività, che per una effettiva cesura tra due differenti dimensioni. Per il piacere, comunque, gli stimoli di origine sensoriale (carezze, baci, visioni di immagini eccitanti, sfregamento di mucose e così via) hanno senso pienamente erotico solo se e quando si coordinano con le emozioni che vi si associano e quando questo complesso assume tale significato e incontra tale disponibilità.
Pensate all’essere sfiorati con intenzione sessuale da uno sconosciuto su un autobus affollato: se questi segnali ricevono il vostro “sì” diventano di colpo stimoli incredibilmente eccitanti, ma se incontrano il vostro “no” si trasformano, anche più rapidamente, in disgusto e repulsione. Anche le persone che sulla loro strada hanno collezionato esperienze difficili possono trovare un loro percorso erotico che le conduca al soddisfacimento.
In passato alcune di queste forme “devianti” di piacere, come il masochismo, il sadismo, il narcisismo, il feticismo, il voyeurismo, l’esibizionismo, ecc., venivano bollate senza appello come perversioni, o venivano criminalizzate, con ciò aumentando il disagio sperimentato dai protagonisti.
Al momento si registra una notevole tolleranza e si è sempre più orientati ad accoglierle come ingredienti di un erotismo più vasto, aperto, polimorfo, personalizzato, purché stemperino una loro eventuale esclusività, purché perdano il carattere di assolutezza, centralità ed inevitabilità che assumono quando diventano vere e proprie patologie sessuali. Meno una persona ha bisogno di condizioni e di rituali precisi e schematici per eccitarsi e godere, più è sessualmente libera e capace di sperimentare il piacere adattandosi alle tante situazioni e alla pluralità di segnali erotici che il destino può farle trovare sul suo cammino.
Tuttavia è anche dimostrato che a godere si impara e che l’essere umano deve essere “allenato” all’esperienza del piacere: la pratica frequente dell’eccitazione e del godimento sessuale rende più pronti e sensibili ad essi. Le zone erogene migliorano la loro risposta se vengono regolarmente attivate e la reattività corporea si estende sotto l’influenza degli stimoli; la stessa capacità elaborativa dell’immaginazione si fa più fervida se è spesso sollecitata a intervenire. Queste indicazioni sono particolarmente importanti per la maturità e la senilità: l’affievolirsi delle spinte ormonali, endocrine e metaboliche che caratterizzano l’età avanzata deve essere integrato da una regolarità degli stimoli e della pratica sessuale se si desidera che essa prosegua bene e a lungo.
Non esistono però “tabelle” di marcia, né primati quantitativi da raggiungere poiché ognuno ha i suoi bioritmi e le sue esigenze psicofisiche: in ogni caso le “olimpiadi del sesso” e le prestazioni da record riguardano solo la moderna mitologia della vita come spettacolo e prestazione. E’ poi anche vero che lo stesso “piacere sessuale” deve trovare una sua collocazione nel progetto esistenziale complessivo di ciascuno: se qualcuno decide che per lui il piacere sessuale è un’esperienza che gli ha già dato tutto quello che poteva dargli e non è più interessato a perseguirlo, non si deve davvero concludere che è vittima di una qualche nevrosi; si dovrà valutare caso per caso, in quanto la libertà sessuale deve implicare anche la libertà dal sessuale.
La sperimentazione delle possibilità di godimento che la sessualità ci offre non è stata, almeno storicamente, ugualmente ripartita tra uomini e donne: la morale comune, i costumi e le opportunità quotidiane hanno favorito la sessualità maschile e ostacolato quella femminile. La difficoltà di godere pienamente, che fino a ieri molte donne accusavano e che ancora oggi riaffiora qua e la, è certamente dovuta a questa endemica inibizione culturale.

 

 

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